Sempre più di frequente si sente parlare di Matrix, intesa come una realtà preorganizzata che starebbe allineando la vita sul pianeta.
Se molte variabili possono essere analizzate e tradotte sottoforma di espressioni matematiche, così il comportamento umano può essere canalizzato in determinate direzioni con l'ausilio di formule matematiche comprendenti milioni di coefficienti distribuiti in una mega matrice, ed una volta impostata l'espressione, sarà sufficiente operare sulle volontà degli esseri umani secondo questi prinicipi mantenendo una apparente libertà delle singole volontà che in realtà è ridotta a quelli che sono i limiti del range applicabili all'espressione di quella espressione matematica.
Facendo un esempio si può considerare una partita di scacchi. Il numero di mosse possibili negli scacchi secondo Wikipedia ed altri è pari ad una cifra che si può aggirare ad avere tra i dieci ed i tredici zeri. si parla di trilioni ed oltre di mosse. Casualmente è un ordine di grandezza simile anche al numero di denaro traducibile in Dollari attualmente esistente.
Sedici anni fa Deep Blue era in grado di calcolare 200.000.000 di mosse al secondo, e mi sa che era un pentium 2 potenziato, provate a pensare a quanto riescono ad elaborare i computer attuali.
Quindi, impostate le posizioni che un pezzo degli scacchi può o non può fare, sarà sufficiente calcolare tutte le possibili combinzioni.
Se dovessimo creare una matrix che attualmente controlli ogni possibile decisione di ogni essere umano, credo che il calcolo si protrarrebbe talmente tanto nel tempo dal non potere essere più possibile prendere una decisione, questo perchè bisognerebbe prendere in considerazione un numero di variabili maggiore delle possbili combinazioni degli schacchi come ad esempio un migliaio di possibili pezzi (movimenti singoli) ed elevarlo, per quanto posso arrivare a concepire io ad una potenza pari a trilioni di trilioni di tirlioni di trilioni e poi mi fermo qua ma sono sicuro che è maggiore. Tutto questo naturalmente in un periodo inferiore ad un secondo.
Con ciò la mia tesi è che non è possibile vivere in una matrice calcolata in questo modo, perchè la decisione del computer non potrebbe in alcun modo essere elaborata dalla mente umana.
Tutto cambia se riduciamo il range di possibili mosse nel tempo e nello spazio. Questo può essere fatto solamente tramite una statistica che traduca le volontà umane in numeri, ovvero il denaro come espressione di volontà e rappresentazione.
Più importanza matematica diamo al denaro , più la nostra volontà e rappresentazione viene tradotta in esso, numericamente analizzata e traducibile in algoritmo, e quindi controllabile, soprattutto se la gestione del denaro elettronico diviene coatta.
Per quanto però ho capito io vi sono volontà che hanno sempre rotto la matrice e sono sempre state al di fuori, volontà in grado di ribaltare il meno con un più, poichè quello che per Caio è merda, è per Tizio concime.
Chi crede davvero di ordinare la società statisticamente si sta illudendo, e chi crede di essere un grande statista ha già abboccato all'amo.
E' però possibile che si riesca ad intervenire sul comportamento degli esseri umani istantaneamente, seguendo principi scritti o volontà superiori, soprattutto avendo una visione dall'alto della cosa. Non essendo però in definitiva corrispondente alla totale prescienza, la decisione non è mai certa, anche perchè la visione non può mai essere al contempo nel microscopico e nel macroscopico perchè una visione esclude l'altra altrimenti si creerebbe un paradosso. Se guardi il sole, solitamente non ti accorgi delle formiche che ti camminano ai piedi.
La prescienza è possibile agganciando il proprio pensiero ad una rappresentazione già pensata e credendo in essa, non credendovi non diviene possibile, questa prescienza è comunque una probabilità non è una certezza. In poche parole è quello che è sempre stato chiamato pensiero.
Nell'analisi di ciò che rimane a distanza dal nostro sistema nervoso centrale vediamo che ogni individuo è in grado di cogliere una rappresentazione differente a seconda di quali idee usa per elaborare la percezione dell'esterno. Per esterno di può intendere anche un altro individuo. Se io credo di controllare un'altra persone in toto, e lui crede di essere parte di me, allora quanto maggiore è questa credenza, tanto maggiore sarà l'empatia che ne ricevo. Questa persona diverrà poi a tutti gli effetti uno schiavo non pensante. Se ciò viene fatto in nome di un ideale ed io controllo quell'ideale il risultato non cambierà.
Ma tutto quanto di più vero potrei dire è già stato detto.
P.S. Ricordarsi di cambiare aria, è spesso sinonimo di intelligenza.
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