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venerdì 6 agosto 2010

Il segreto del niente - parte seconda -

Per rendere la verità più verosimile, bisogna assolutamente mescolarvi della menzogna. La gente ha sempre fatto così. (da "I demoni" di Dostoevskij)


Mostratemi il niente ed ammetterò di avere torto.
Appurate che il niente è presente e concreto, che attraverso il niente si arriva e si finisce in puro niente, annullando completamente nel tempo e nello spazio la presenza di una entità concreta, od anche solo di una frase, ed ammetterò di essere in errore.
QUALSIASI ENTITA' PENSATA - E' - . E NON SI CANCELLERA'. TUTT'ALPIU' SI TRASFORMERA'.

Nel descrivere il concetto di niente si trova già la difficoltà dello spiegare l'esistenza stessa.

Niente, o nulla, viene identificato con una negazione di esistenza. Corrisponde ad un totale annullamento di ciò che si può percepire.
L'unico modo per rendere logico il niente è unirlo ad un sostantivo od un verbo.
Ad esempio:
"Niente più Mele" oppure
"Vedo poco o niente."
Ma il niente, da solo non esiste.

Esistere, non è semplice da descrivere, ma può essere logicamente definito come qualsiasi entità che interagisce o può interagire con altre entità.
Mentre per converso definire il niente come entità che non interagisce o non può interagire con altre entità ed individuarlo, presuppone la capacità di sapere tutte le variabili, ovvero tutte le condizioni nelle quali una entità può interagire con un'altra, nel tempo e nello spazio.

In altre parole io posso dire che una mela esiste perchè la tocco.
Non posso dire che il niente esiste, perchè dovrei sapere tutte le possibili combinazioni di quello che può capitare nel tempo e nello spazio.
Dire che ho davanti una mela, può essere logicamente considerato vero o falso, se ci si accorda su cosa vuol dire davanti e cosa è una mela.
Dire che davanti ho il niente, può essere considerato vero o falso, se ci si accorda su cosa vuol dire davanti e cosa è il niente.
Ma se per accordarsi su cosa sia una mela posso trovare elementi direttamente dalla mia esperienza umana per formare una categoria (proviene dall'albero, ha semi, l'uomo la può mangiare, il colore della buccia varia in una certa gamma di colori, ha un sapore dolce, una grandezza, una temperatura ed un peso definibile, una forma rotondeggiante, una durata determinabile)
Per definire il niente devo inventare.

Come ci si può immaginare il niente?

non so da dove proviene il niente
non so cosa (non) ha
non so cosa significhi non toccare niente, poichè tutt'alpiù posso toccare qualcosa privo di ossigeno (su questo pianeta, con questa gravità, con questa atmosfera, con queste radiazioni di fondo).

Ma in realtà si può illuminare il niente? E le onde vi passano attraverso o vengono assorbite?
E soprattutto: Quale temperatura ha il niente? L'ipotesi più accreditata è: lo zero assoluto, ma è anche scientificamente impossibile raggiungere lo zero assoluto; quindi si può dedurre che il niente non si raggiunge.

Quindi sensorialmente il niente non esiste.
Quindi secondo i principi della fisica il niente non esiste.
In Algebra il termine è puro artifizio, poichè quando si arrivà a dover dividere un numero per zero si dichiara per convenzione infinito.
In informatica dividere un numero per 0 genera errore.
In geometria zero può essere visto come un buco grande come un puntino senza dimensione, perciò non può essere visto.
Etimologicamente il nulla deriva dal greco ouden, e in linea di massima corrisponde al "vuoto", ma per definire cio che è vuoto bisogna sapere appunto prima quali sono i confini del contenitore e soprattutto come si manifesta il vuoto.
Filosoficamente il nulla è stato trattato tantissime volte, per Parmenide il non essere non può appunto essere pensato, perchè pensandolo, sarebbe.
In chimica, nulla si crea nulla si distrugge, tutto si trasforma.
In astrofisica non è che l'antimateria sia il niente, è materia instabile che si annichilisce con la materia, viene chiamata antimateria per convenzione, mentre i buchi neri fino ad oggi non è stato spiegato da nessuno cosa siano di preciso, ma secondo le teorie più accreditate, emettono particelle e non smaterializzano completamente le particelle.
Anche nel linguaggio parlato niente viene usato come approssimazione errata. Dire oggi non faccio niente, è errato, almeno bisogna compiere le funzioni fisiologiche principali, come respirare.

3 commenti:

Arthur ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Arthur ha detto...

Errore etimologico. Nulla deriva dal latino nihil, non un filo.

fax ha detto...

Ottima riflessione, ciao Arthur!