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martedì 15 marzo 2011

150 anni di Italia

Giovedì si festeggiano i 150 anni dalla creazione del Regno d'Italia.

I parlamentari della Lega non festeggieranno, così come non sono molto contenti di festeggiare i neo-borbonici, gli indipendentisti Veneti, gli alto-atesini, ed i cattolici che hanno visto nell'esproprio del potere temporale della Chiesa un piano del male nei confronti del più importante punto di riferimento della Cristianità.

150 anni fa, un gruppo di persone decideva che ci doveva essere uno stato chiamato Italia, governato dai Savoia.
Qua dove abito io già due anni prima il potere temporale della Chiesa era cessato, con l'invasione dei Francesi.

Ora, io dico che personalmente tutto quel casino per fare l'Italia, non lo avrei fatto e mi sembra sbagliato ammazzare la gente. Però dico anche che lo Stato della Chiesa non era il massimo. Faceva ridere Ugo Bassi, che era un prete, qualcuno diceva pure massone, repubblicano, rivoluzionario, ma che in realtà non capivano nemmeno gli altri Mazziniani, mi sa che io l'avrei capito.
Così, bisogna pensare al futuro. E pensare che l'Italia adesso non vale poi tanto, non ha sovranità monetaria, territoriale, alimentare.

Così, non ha senso festeggiare uno stato che non vale una cippa, ma è anche vero, che in 150 anni, di cose buone ne sono state fatte. Più che in altri paesi. Così se nel mondo futuro vogliamo continuare a parlare Italiano, e a conoscere gente che non crede in teorie eugenetiche (essendo l'Italia il luogo più misto del mondo), che ha scoperto altri paesi, senza per forza conquistarli, e conoscere gente che crede che ci fu un tempo in cui un uomo ha vinto il mondo, allora facciamo buon viso a cattivo gioco, e rispettiamoci.


P.S. Sulle questioni delle sovranità sarebbe urgente chiarire, non vorrei che venissero delegate ad Europarlamentari dei quali non si sa neanche il nome.

Per aspera ad Astra.

1 commenti:

fax ha detto...

Caro Arthur, purtroppo hai ragione.