Torniamo a parlare di argomenti seri.
Oggi parliamo dell'umiltà.
Pretendere di parlare di umiltà significa essere già un pò arroganti in partenza. Come lo sono io.
Sebbene ciò, non credo sia sbagliato tentare almeno di definire una delle più importanti virtù dell'essere umano.
Partiamo dal principio, dall'etimologia. In latino, humile è ciò che è basso, l'humus è infatti la terra, il suolo. Oggi per humus intendiamo le sostanze in decomposizione del terreno, ma questa è un altra storia.
Se prestiamo attenzione alla lingua italiana, notiamo come l'aggettivo umile assuma un carattere ambivalente, indicando talvolta chi positivamente non si inorgogliosisce delle proprie qualità, e talvolta la persona misera che vive in condizioni infelici.
L'umiltà è sempre stata considerata dalla chiesa Cristiana una grande virtù, mentre, se vogliamo essere sinceri, è spesso confusa dall'uomo come una condizione imposta da fattori esterni, che costringono la persona che vuole vivere bene ad essere umile, onde poter usufruire di privilegi per poter stare bene al mondo. Se la persona non fosse costretta ad essere umile, non gli verrebbe mai in mente di farlo spontaneamente.
Ripeto di non essere la persona più indicata per certi discorsi (mi sembra di essere Seneca), eppure credo di parlare nel vero se dico che l'umiltà è la chiave della felicità e del successo.
Chi è di animo umile non si sentirà mai un fallito eppure potrà ugualmente diventare una grande persona. Chi è è di animo umile potrà parlare con le persone senza problemi, essere cercato nel momento del bisogno ed a sua volta trovare aiuto quando gli occorre..
Del resto essere servili significa servire a qualcosa, mentre spesso essere arroganti significa non servire a nulla.
Concludo col dire che l'umiltà non è tutto poichè se mantenendo l'umiltà si abbandona la verità, si diventerà meschini, ed a quel punto sarà meglio essere arroganti ma sinceri piuttosto che umili e meschini.
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1 giorno fa
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